E’ da un po’ che ho in mente di parlare di alcune novità di Microsoft, ma non ho ancora trovato il tempo di mettere insieme tutte le idee, che nel frattempo si accumulano… prendete quindi questo post come un insieme di pensieri sparsi raccolti durante un lungo periodo.
E’ passato molto tempo, forse quasi un paio d’anni da quando Nadella (prendendo il posto di Ballmer) constatò che Microsoft era passata da una posizione di assoluto dominio del settore PC, ad una posizione di estrema minoranza di quella che consideriamo l’odierna informatica “allargata”, che non include solo i computer, ma anche tablet e smartphone, dispositivi che in molti compiti quotidiani consentono ormai di fare a meno di macchine più complete e potenti, e che comunque hanno una diffusione molto più capillare; vado un po’ a memoria, ma mi pare di ricordare che si parlasse di un 5% del settore mobile che portava a totalizzare meno del 20% sul totale, cifre che oggi andrebbero forse contestualizzate ma che non cambierebbero la sostanza
Da qui la decisione di cambiare strategia ripartendo dalle basi: Microsoft, a parte gli albori con MS-DOS, oltre che a Windows deve buona parte della sua fortuna al pacchetto Office… le prime versioni di Word ed Excel furono realizzate proprio per Apple, per i primi Mac, e Gates colse l’occasione per “trarre ispirazione” e creare un proprio sistema operativo grafico (anche se occorrerà attendere la versione 3 di Windows prima di avere qualcosa di vagamente utilizzabile, e la versione ’95 per decretarne il successo). Microsoft ha stabilito che il futuro di Microsoft dovrà passare proprio da Office e dall’offerta dello stesso come servizio, in stretta relazione col cloud. Poco importa quale sistema gira sui vari dispositivi, poco importa se le quote di mercato di Windows Phone o Surface sono minime: se tutti i terminali mobile utilizzassero Office, Microsoft avrebbe comunque raggiunto la massima diffusione, e avrebbe un punto di partenza per attirare eventualmente gli utenti verso il proprio sistema.
Non dimentichiamo infatti che il futuro di Windows, la versione denominata “10”, quella che salterà il numero 9 per rimarcare l’impressione dello stacco rispetto al passato, esattamente come fu per Apple il passaggio a MacOSX (dove, la “X”, oltre a richiamare le origini UniX, ha proprio di significato numerico di “10”) avrà due peculiarità molto importanti:
— la prima è che sarà un sistema unico per smartphone, tablet e computer, soluzione già prevista anni fa, e messa parzialmente in atto già con Windows 8, soluzione che personalmente non mi piace ma che porterebbe con se l’enorme vantaggio (commercialmente parlando) di avere un software unico che gira ovunque, o addirittura di avere un unico dispositivo utilizzabile per tutto: pensate ad un phablet 6″, grossino come telefono ma sufficientemente grande da poter escludere la necessità di un tablet, che inserito in un dock al quale sono collegati monitor, mouse e tastiera, rimpiazzerebbe anche il computer, perlomeno per i suoi compiti più “consumer” (anche questo già visto e pronosticato). Non sarebbe tutto rose e fiori: l’utilizzo desktop e quello touch prevedono (se si vogliono fare le cose per bene) delle differenti interfacce e modalità di interazione… per chi se lo fosse dimenticato, Microsoft viene da clamorosi insucessi quando volle proporre XP sui tablet, e numerose critiche anche al contrario, per una versione 8 di Windows il cui senso delle tiles ancora sfugge su un computer desktop (senza contare tutto il resto). Gli sviluppatori, se vogliono puntare su questa polifunzionalità di Windows 10, dovranno comunque fare doppio lavoro per adattare il software ai diversi dispositivi sui quali si troverà a funzionare, col rischio di appesantire il software stesso o di peccare in ottimizzazione, senza contare tutti quei software che su un dispositivo hanno senso ma su altri no. Continuo a ritenerla una soluzione “brutta”, anche se sono convinto che piacerà a tutti quelli il cui utilizzo del computer è limitato a posta, web, facebook, youtube e Office… la domanda “ci gira Office?” sembra essere la più gettonata da chi di informatica ci capisce poco (90% dell’utenza?) ma vuole usare il computer per “fare qualcosa”: c’è gente che non concepisce nemmeno l’esistenza di un computer senza Office (avrei decine di esempi) quindi, dal suo punto di vista fa bene Microsoft a puntare su questo fattore…
— la seconda è che Microsoft, ben consapevole della povertà della sua offerta di App per il mondo mobile, vuole le App di Android e iOS. Per le prime ha implementato direttamente un layer di interpretazione del codice Android, per il secondo, visto anche il diverso sistema vendita, ha messo a disposizione degli sviluppatori dei tools per convertire facilmente le App di iOS in App per Windows 10. Al di là dei tecnicismi delle due soluzioni, è evidente che questa soluzione è un’arma a doppio taglio: se da un lato offre prospettive interessanti di “universalità” del sistema Microsoft (che non solo girerà ovunque, ma potrebbe far girare anche ogni cosa) dall’altro è quasi un’ammissione di sconfitta: “nessuno realizza applicazioni per noi, siamo costretti a prendere quelle degli altri”… ma soprattutto, a fronte di questa possibilità, perché mai uno sviluppatore dovrebbe realizzare la sua App direttamente per il sistema di Redmond? Può farla per Android, contando su un bacino di utenza ampio e sapendo che magari qualcuno vorrà installarla anche su Windows Mobile. Oppure può farla per iOS, contando sul bacino di utenti più avvezzo a comprare App, e sapendo che all’occorrenza potrebbe convertirla facilmente anche per Windows. Ma ben pochi faranno App partendo da Windows, perché rimarrebbe fine a se stessa,… a meno che la strategia di Microsoft analizzata nel punto precedente non si riveli tanto valida da far esplodere il mercato di smartphone e tablet Windows Mobile. Questa scelta di compatibilità forzata tra più sistemi non è certo una novità, e non ha mai avuto grosso successo: certe cose si possono fare bene solo se si fanno certe alleanze, e le alleanze prima o poi fanno una brutta fine… basti ricordare la storia di OS/2 e WindowsNT, o lo stesso progetto Pink di Apple, morto ancora prima di nascere. Gli unici casi in cui ha senso sono (guardacaso) quelli in cui non servono alleanze ma avviene tutto all’interni dello stesso stesso sistema, come Classic e Rosetta in MacOSX, o come il compatibility mode di Windows; l’unica eccezione che vedo è Crossover, che però si basa su altri presupposti. Certo, è molto scenografico vedere Candy Crash Saga per iOS ricompilato per Windows Mobile, ma stiamo parlando di un giochino che ha dietro di se pochi virtuosismi tecnici: dubito (per esempio) che qualsiasi App che sfutti Metal possa essere “convertita” rapidamente ed efficacemente per un altro sistema che utilizza un altro processore basato su un’architettura differente… ed ho qualche dubbio anche sul layer di compatibilità con Android.
Tutto ciò premesso, ovviamente non resta che stare a vedere cosa accadrà: la soluzione pensata da Microsoft personalmente non mi piace molto, ma credo che inserita nel piano più generale che cerca la rinascita partendo dalla diffusione di Office e dei servizi Cloud, possa avere un senso e contribuire a far crescere Micorsoft nel settore mobile… ma a scapito di chi?